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via della resstenza, 3
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Tutto sulla Bicicletta Elettrica a pedalata assistita
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L’evoluzione della bicicletta elettrica parte nel lontano 1895 negli Stati Uniti.
Il suo scopo, allora come oggi, è quello di facilitare l’utilizzo della bicicletta:
essa non viene più vista unicamente come mezzo di trasporto ma anche come fonte di svago.
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In questo articolo di BiciLive.it introdurremo tutti gli aspetti della bicicletta elettrica a pedalata assistita,
approfondendo in seguito ogni singola tematica.
Cominceremo spiegando cos’è,
la sua storia,
quali vantaggi
derivano dal suo utilizzo,
il funzionamento,
i componenti,
il costo di acquisto e di esercizio,
la sua futura evoluzione.
L’obiettivo finale è quello di fornirvi gli strumenti per conoscere,
valutare e scegliere consapevolmente la vostra eBike.
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La bicicletta elettrica è adatta a tutti e può essere usata in ogni occasione.
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Il Sommario della Guida alla bici elettrica a pedalata assistita
Eccovi un elenco degli argomenti che tratteremo in questo articolo sulla bici elettrica.
Vi ricordiamo che,
per dubbi,
chiarimenti o suggerimenti,
potete scriverci sia commentando l’articolo oppure attraverso il nostro form di contatto.
Come funziona una bicicletta elettrica?
– Caratteristiche
– Potenza
– Velocità
– Coppia motrice
– Livelli di assistenza
– Autonomia bici elettrica firenze
Come è fatta una bici elettrica?
– Motore
– Batteria
– Centralina
– Sensori
– Display
– Telaio
– Luci
– Cambio
– Gomme
– Trasmissione
– Sospensioni
– Freni
Come scegliere la bicicletta elettrica
– Tipologie
Domande frequenti
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Il sistema elettrico è l’insieme di motore,
batteria e display,
oltre che i sensori di cadenza e di sforzo.
Vi insegniamo a utilizzarlo al meglio!
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Biciclette elettriche a pedalata assistita:
che cosa sono?
La bicicletta elettrica a pedalata assistita è un veicolo ibrido che unisce la nostra forza muscolare a quella elettrica di un motore.
La spinta aggiuntiva interviene unicamente quando pedaliamo ed è in grado di aiutarci a mantenere uno sforzo minore e omogeneo nella pedalata.
La si può definire con molti nomi e acronimi, alcuni inglesi e alcuni nostrani:
eBike (Electric Bike), BIPA(Bicicletta a Pedalata Assistita), PEDELEC (Pedal Electric Bike) o EPAC (Electric Pedal Assisted Cycle).
Non fatevi confondere,
se l’assistenza interviene solo quando pedaliamo si parla sempre della stessa cosa.
Non tutti sanno che la bicicletta elettrica ha una storia abbastanza antica.
Si ritiene che sia nata ufficialmente nel 1895 con il brevetto dell’inventore americano Ogden Bolton Junior.
Successivamente altri inventori hanno alimentato l’evoluzione del mezzo nelle loro cantine.
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Il più famoso è sicuramente il magnate Howard Hughes che da ragazzino nel 1913 inserì un motore elettrico nel triangolo del telaio della sua bicicletta. bici elettrica firenze
Nel 1946 il designer anglo-americano Ben Bowden creò il Bowden Spacelander.
Grazie al suo design futuristico per l’epoca è considerato il primo modello di bicicletta elettrica,
precursore della futura commercializzazione e produzione di massa.
Oggi la bicicletta elettrica a pedalata assistita è al culmine della sua evoluzione tecnologica e culturale.
Protagonista indiscussa di eventi e fiere molto importanti, come l’Eurobike (che si svolge a Friedrichshafen, in Germania, sin dal 1991) e l’altrettanto memorabile CosmoBike Show (a Verona, in Italia, dal 2015).
La sua fama è dovuta al suo potere di generare e coniugare efficienza nel trasporto,
benessere fisico ed ecosostenibilità.
Tutto condito dal divertimento e libertà che solo una bicicletta sa donare.
Biciclette elettriche: a cosa servono?
Ma le biciclette elettriche a cosa servono?
Le finalità della bicicletta elettrica sono molteplici. Semplicemente, possiamo servircene per fare meno fatica quando pedaliamo in città andando al lavoro senza sudare.
Oppure, usando l’aiuto elettrico, siamo in grado di percorrere più chilometri e raggiungere luoghi inesplorati o difficilmente accessibili a causa di salite impegnative.
Quando viaggiamo non pensiamo più solo all’auto o alla moto ma anche alla bicicletta elettrica.
La disciplina del “Bikepacking”,
dove tutto l’occorrente per il viaggio, inclusa la tenda,
si trasporta sulla bicicletta ne è un esempio.
Anche gli operatori turistici scelgono il noleggio della bicicletta elettrica come valore aggiunto all’offerta commerciale. bici elettrica firenze
L’assistenza elettrica è impiegata anche nelle hand bike e aiuta le persone con disabilità a non rinunciare mai al benessere sportivo.
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Coloro che non hanno tempo di allenarsi possono divertirsi pedalando in compagnia con la mountain bike elettrica, detta eMTB.
Anche gli agonisti ne traggono beneficio in salita,
ottenendo uno sforzo più omogeneo fra arti superiori e inferiori,
e in discesa,
guidando un mezzo più fisico e molto allenante.
Si usa la bicicletta elettrica anche in ambito lavorativo come mezzo di trasporto di merci o persone,
soprattutto negli ambienti urbani in cui l’automobile non può accedere come aree pedonali e riservate a pedoni e velocipedi.
Viene consigliata come opzione riabilitativa dopo infortuni agli arti inferiori, durante la fisioterapia.
Una bicicletta elettrica rende accessibile l’esercizio fisico a tutte le fasce di età.
Regala quella tipica sensazione di libertà della bici senza doversi sforzare eccessivamente.
I pesi caricati sul mezzo diventano magicamente più leggeri.
Pedalare con una eBike è divertente invece che faticoso.
Non dimentichiamo che la eBike è sempre un mezzo ecologico che mantiene un’efficienza elevatissima.
L’impatto sull’ambiente è minimo se paragonato a quello di un automobile a combustione.
Le batterie al Litio possono essere riutilizzate con l’ausilio di moderni processi di riciclo,
che sfiorano percentuali del 90%.
La scelta di una bicicletta elettrica contribuisce a rallentare il processo di inquinamento.
Grazie alle mountain bike a pedalata assistita (eMtb) i biker meno allenati possono percorrere itinerari impegnativi e quelli in forma possono cimentarsi in uscite più lunghe o preservare le forze e concentrarsi sulle discese.
Bici elettriche firenze: dove le posso utilizzare?
Da un punto di vista legislativo,
la bicicletta elettrica a pedalata assistita gode degli stessi vantaggi di un velocipede,
quali la possibilità di percorrere piste ciclabili e zone a traffico limitato,
l’esenzione dall’obbligatorietà assicurativa,
non è richiesta targa,
patente e possiamo perfino decidere di non indossare il casco.
Quest’ultimo aspetto non lo consideriamo un vantaggio:
il casco è una scelta di vita, indossiamolo sempre.
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Per mantenere questo status deve rispettare l’Articolo 50 del codice della strada in cui si stabilisce che il motore elettrico non deve superare i 250 Watt di potenza continua,
l’assistenza elettrica deve sempre essere subordinata alla pedalata e si deve disattivare superati i 25 km/h di velocità.
Se tutte queste condizioni non dovessero essere rispettate,
la nostra eBike sarebbe considerata alla stregua di un ciclomotore sprovvisto di targa e assicurazione e noi alla guida senza casco né patente.
Le sanzioni sono salate e possono essere sia civili che penali. bici elettrica firenze
Biciclette a pedalata assistita: quanto costano?
Arrivati a questo punto vi chiederete:
quanto costa una bicicletta elettrica a pedalata assistita?
Questa è una bella domanda,
perché il costo è estremamente variabile.
Sicuramente è influenzato dalla qualità generale,
dalla leggerezza e dalle prestazioni.
Al prezzo di acquisto iniziale dobbiamo sempre considerare il costo della ricarica e il costo della manutenzione per avere sempre un mezzo affidabile e sicuro. bici elettrica firenze
Costo del mezzo in sè
Il prezzo di una bicicletta elettrica a pedalata assistita è estremamente variabile,
quasi quanto l’offerta commerciale odierna.
Esso dipende da molti fattori:
il livello tecnologico, la qualità dei materiali,
gli allestimenti e la destinazione d’uso.
Quando si decide di volere una eBike bisogna prima distinguere fra due mondi distinti: l’universo delle biciclette nate elettriche pronte all’uso e quello dei “kit di conversione”.
Quest’ultimi sono in grado di fornire alla maggior parte di velocipedi muscolari l’assistenza elettrica aggiuntiva, attraverso l’apporto di componenti elettronici e meccanici.
Vi invitiamo ad approfondirne l’anatomia in questo articolo di approfondimento.
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Iniziamo dal prezzo minimo.
Una bicicletta elettrica di fascia bassa “entry level”, completa e pronta all’uso,
attualmente parte da 400/600 euro.
In questi casi la qualità e le prestazioni globali sono fortemente limitate.
Sono mezzi pesanti che in genere montano batterie al piombo che non superano i due anni di vita utile* e i 30 km di autonomia.
Queste eBike dispongono in genere di un solo sensore (quello di pedalata) che permette sì di essere assistiti ma senza la sensazione di “simbiosi” che si prova nei modelli più evoluti.
Diversamente,
se si acquista un kit di conversione,
con la cifra iniziale possiamo ottenere componenti di qualità discreta,
con anche una batteria al Litio,
più leggera e longeva del piombo.
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Per quanto riguarda un’eBike di fascia media siamo intorno ai 1.000/1.500 euro,
di cui fanno parte biciclette elettriche affidabili per l’utilizzo quotidiano e con autonomie che superano i 40 km.
Per esigenze particolari riguardo a prestazioni e leggerezza si spende anche dai 2.000/5.000 euro.
Questi prezzi li troviamo frequentemente su eMTB e eCargo che richiedono materiali e progettazioni all’avanguardia della tecnica.
Oltre i 5.000 euro si collocano le “Dream eBike” che oltre a essere ultra prestanti e leggerissime sono accessoriate con le ultime tecnologie disponibili.
In molti casi la leggerezza estrema di qualsiasi componente può pregiudicarne l’affidabilità nel tempo. Dobbiamo considerare sempre l’utilizzo finale che faremo della nostra eBike.
Chiaramente una Formula Uno non è pensata per la destinazione d’uso di un’utilitaria e viceversa.
Le eBike hanno un costo più elevato rispetto alle biciclette tradizionali ma sono sempre più numerosi i noleggi dove è possibile provarla.
Costo della ricarica
Il costo per ricaricare la batteria è irrisorio se paragonato alla spesa per l’acquisto della bicicletta elettrica.
Infatti basta un rapido confronto fra il costo al KWh (1000 Watt usati in un’ora) della vostra bolletta di casa e la capacità della batteria espressa in Wh (quanti Watt può fornire per un’ora).
Per ipotesi se pagate 20 centesimi di euro ad ogni KWh consumato in casa e la vostra batteria può immagazzinare 500 Wh, pagherete 10 centesimi in energia per una carica completa.
Considerando che la batteria non dovrebbe mai essere a livello 0%, pagherete anche meno.
strade aperte alla circolazione pubblica.
Inoltre invalidano la garanzia della eBike perché sottopongono sia i componenti elettronici che meccanici ad uno stress elevato,
per il quale non sono stati progettati.
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Le conseguenze diventano ancora più serie in caso di incidente con terze parti coinvolte mentre si è alla guida di una eBike manomessa:
il nostro consiglio è non farsi ingannare dai sistemi di speed tuning, sono più i contro che i pro.
Coppia motrice
La coppia motrice è legata alla potenza ma non è la stessa cosa.
Esprime la forza di rotazione del motore e si misura in Nm (quanti Newton a un metro dal centro dell’asse motore).
Il punto di interesse in una bicicletta elettrica dove misurare la forza di rotazione è il contatto fra suolo e copertone motrice.
Nel caso di un motore al mozzo la coppia è costante perché dipende dalla dimensione della ruota e dalla forza rotativa del motore stesso.
Invece in un motore centrale,
che sfrutta le marce del cambio,
la coppia trasmessa al suolo è variabile proprio come la velocità,
perché dipende dal rapporto scelto.
Da notare che la coppia non basta per andare veloci,
serve anche una velocità di rotazione elevata.
Il motore elettrico di un argano ad esempio ha una coppia elevatissima ma se lo montassimo sulla bicicletta non girerebbe abbastanza veloce per assisterci fino a 25 km/h.
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I livelli di assistenza
I livelli di assistenza possono essere molteplici e nelle centraline più evolute anche programmabili e personalizzati.
Per esempio,
attraverso una combinazione di tasti,
possiamo aggiungere o rimuovere i livelli.
Se la centralina lo prevede possiamo collegarla al computer e rendere i livelli lineari o progressivi.
Un numero elevato di livelli corrisponde ad una scelta più ampia e sfumata, permettendoci di ottimizzare il consumo di energia.
La durata della batteria dipende dal livello di assistenza,
dal carico e dal percorso.
L’autonomia delle eBike
L’autonomia in meccanica si riferisce a quanto tempo una macchina può funzionare senza rifornirsi di energia. Nella bicicletta elettrica è indice di quanta strada (km) possiamo percorrere prima che la batteria si scarichi del tutto.
Il valore dichiarato all’acquisto è indicativo perché dipende da molti fattori.
L’autonomia in primo luogo è determinata dalla quantità di energia che la batteria contiene e dalla velocità con cui la può rilasciare.
Bisogna sempre considerare entrambe queste caratteristiche.
Una batteria che immagazzina una grande quantità di energia ma non riesce a fornirne a sufficienza,
oltre che rovinarsi precocemente,
si surriscalderà perdendo l’energia in calore.
L’autonomia dipende anche da attriti volventi e dinamici.
L’attrito volvente è causato dalla rotazione dei copertoni sul terreno mentre quello dinamico è generato dall’impatto con l’aria.
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Un carico molto pesante sulla bicicletta elettrica contribuisce a diminuire l’autonomia perché aumenta l’attrito volvente. Una superficie frontale molto ampia invece aumenta l’attrito dinamico perché non permette all’aria di defluire velocemente.
Pensate che con una city eBike in assenza di vento,
a 25 km/h, più del 50% della forza motrice serve per vincere l’attrito dinamico con l’aria stessa.
Il livello di assistenza scelto influenza profondamente l’autonomia residua della bicicletta elettrica.
Nei modelli più avanzati leggiamo sul display la stima dell’autonomia residua che varia in tempo reale cambiando il livello di assistenza stesso. bici elettrica firenze
La pendenza del percorso è un’altra condizione che influenza l’autonomia.
Il percorso in salita consuma molta più energia di un percorso pianeggiante.
Un percorso in discesa potrebbe aumentarla se il motore al mozzo funzionasse da freno ricaricando la batteria.
Come è fatta una bici elettrica?
Una eBike si compone di un motore elettrico, una batteria, comandi al manubrio, una serie di sensori e un’elettronica di controllo detta centralina.
La natura e la disposizione di tutti questi componenti è variabile e determina la tipologia di bicicletta elettrica.
L’aumento di peso del mezzo rispetto a una bici muscolare varia di solito da un minimo di 3 kg ad un massimo di 6 kg e richiede un telaio solido, impianto frenante adeguato, sospensioni ben regolate e copertoni robusti.
Il motore
Il motore elettrico è il “muscolo” che esercita la spinta. Si suddividono in due tipologie: motore a spazzole(in inglese detto brushed, ormai poco diffuso) e motore a induzione (detto brushless).I motori a spazzole hanno un’efficienza minore perché la corrente passa attraverso delle spazzole che, sfregando contro un collettore, dissipano una parte di energia in calore.
Nei brushless invece l’energia viene trasmessa per induzione e non per contatto.
Dall’esterno non si percepisce la differenza fra i due se non per il rumore maggiore che genera il brushed per via dell’attrito interno.
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Il motore a spazzole è ormai in disuso: il mercato ha preferito il brushless per la sua maggiore longevità ed efficienza.
Il motore si può distinguere subito dalla posizione sulla ebike;
attualmente ne esistono quattro tipologie principali:
A volte in produzione per mantenere il motore compatto è necessario aumentarne la coppia con una riduzione meccanica con ingranaggi in teflon o acciaio.
I motori brushless e brushed che utilizzano questo sistema sono chiamati geared (con ingranaggi).
Hanno una ruota libera interna che permette di pedalare senza far girare il motore.
Nel caso dei motori al mozzo i geared non oppongono resistenza magnetica o meccanica quando sono spenti perché non si muovono.
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Pedalare senza assistenza con i geared è meno faticoso ma quando attivi non sono in grado di agire come freno motore per caricare la batteria.
I motori brushless o brushed senza ingranaggi sono chiamati gearless (senza ingranaggi). Sono mediamente più pesanti avendo magneti permanenti più grossi.
Possono agire come freno motore ricaricando la batteria.
Ma quando sono spenti oppongono una piccola resistenza alla rotazione causata dal cosiddetto “effetto Hall”.
Si creano delle “correnti parassite” che si oppongono al movimento del motore.
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Come illustrato,
il motore a frizione può essere posizionato in diversi punti della bicicletta.
La batteria
La batteria è il cuore della eBike,
ed è ciò che le fornisce energia.
La possiamo trovare in diversi punti della bici ma la posizione in questo caso non fornisce alcun elemento sulle sue caratteristiche interne.
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Quindi in un bell’involucro si può nascondere una batteria di scarsa o di alta qualità e viceversa.
Vediamo dove si possono trovare:
Batteria al posto del porta borraccia,
all’interno di un contenitore integrato con le grafiche e linee del telaio per armonizzare il più possibile l’estetica.
È la più classica delle posizioni e a volte la si trova nascosta dentro a una borraccia finta.
La batteria di una e-mtb può essere esterna o integrata nel telaio come nell’illustrazione a sinistra.
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La centralina
La centralina è il cervello della eBike:
oltre a valutare quanta energia fornire al motore, influenza la nostra percezione di assistenza perché ne regola tutte le dinamiche utilizzando i dati acquisiti dai sensori.
La si può trovare esterna oppure integrata nel motore o nella batteria.
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Centralina esterna: è separata dal resto dei componenti.
In genere è contenuta dentro a un parallelepipedo metallico provvisto di zigrinature o alette per il raffreddamento poiché come il motore,
si surriscalda durante il funzionamento.
Si collega fra batteria e motore con i cavi di potenza che hanno una sezione più ampia rispetto ai fili elettrici che si connettono con i sensori e i comandi sul manubrio.
Alcuni modelli prevedono il collegamento via wireless fra questi ultimi e la centralina in modo da semplificarne il montaggio e ottenere un estetica ancor più pulita senza dover nascondere per forza i fili.
Centralina integrata: nasce incorporata con il blocco motore o con l’involucro della batteria.
È più compatta, occupa meno spazio e tutti i collegamenti sono protetti da urti e intemperie ma ne deriva una difficoltà di accesso che rende più complessa la sostituzione o la riparazione.
Inoltre,
se integrata nel blocco motore,
il calore generato dai due si somma richiedendo un sistema di raffreddamento adeguato.
I sensori
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I sensori rappresentano i sensi della centralina,
gli strumenti con cui si interfaccia con noi e l’ambiente circostante.
Dove si trovano i sensori nella eBike?
Il PAS (Pedal Assist System) misura la cadenza.
Il sensore di campo magnetico si fissa in genere a sinistra fra movimento centrale e telaio a un distanza non superiore di 4/5 millimetri dalla superficie del disco.
Il quale si posiziona invece sul perno del movimento centrale fra pedivella e telaio.
Non è sempre visibile dall’esterno in quanto potrebbe essere inserito all’interno del blocco motore.
Sensore di velocità – Come nel ciclocomputer,
lo troviamo montato sul telaio o sulla forcella da un lato,
a 4/5 millimetri dal magnetino che si fissa su un raggio della ruota.
Sensori di Cut-Off – Rileva l’azionamento dei freni permettendo alla centralina l’interruzione dell’assistenza.
Si trovano di solito integrati nelle leve e rilevano il movimento della leva o la pressione delle dita sulla stessa.
Per i soli impianti frenanti a filo,
li possiamo vedere sotto forma di un piccolo cilindro nella parte terminale della guaina vicino alle pinze dei freni.
Il cilindro rileva il movimento del filo metallico quando azioniamo il freno.
Sensore di sforzo – Misura la coppia espressa dal ciclista nell’atto della pedalata che è indice del suo sforzo fisico in quell’istante.
Ve ne sono tre tipi: il primo misura la torsione e si trova all’interno del movimento centrale ed è quello più comune e sensibile.
Il secondo si riconosce facilmente perché sembra un guida catena:
in realtà misura la tensione della catena e si trova vicino alla guarnitura nella parte alta della trasmissione.
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Non è compatibile con i motori centrali perché quando questi entrano in funzione mandano già in tensione la catena.
L’ultimo sensore di sforzo misura una deformazione minima del forcellino destro posteriore del telaioe non garantisce la stessa sensibilità dei precedenti.
Lo si nota da una placca di plastica che ricopre il forcellino da cui esce un filo.
Il display
La console di comando di una bicicletta elettrica è la sua voce e il suo udito,
il canale di comunicazione che usiamo per monitorare il suo stato e per impostare il suo comportamento.
Ne esistono vari tipi,
dalla più spartana alla più tecnologica.
Vediamone insieme le sfumature.
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Console analogica – Provvista di accensione e interruttore per regolare l’intensità di assistenza, da 2 a 6 livelli o più,
non ha luci,
non è provvista di alcun indicatore sullo stato di carica della batteria.
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Console digitale – Ha in genere pulsanti e indicatori luminosi che danno informazioni sull’accensione,
sul livello di assistenza selezionato e sullo stato di carica della batteria.
Nelle versioni più moderne ha in dotazione anche un display LCD che fornisce tutte le informazioni citate in precedenza più le funzioni (alcune o tutte) che si trovano sui ciclo computer (velocità attuale e media, distanza percorsa, orologio, cardiofrequenzimetro, GPS…).
Console digitale Bluetooth – Comprende tutti i vantaggi della digitale ma può connettersi allo smartphone visualizzando chiamate,
messaggi,
musica e l’integrazione con altre App supplementari.
In alcuni modelli non è compreso il display supplementare e tutte le informazioni vengono visualizzate direttamente sullo smartphone tramite app dedicata.
Alcune console digitali permettono, tramite il tasto Reset,
di azzerare i dati.
Fatelo ad ogni uscita per ottenere il giusto chilometraggio rimanente.
Il telaio
Deve essere robusto e moderatamente elastico per sopportare il peso e le sollecitazioni in maniera sicura e duratura. I materiali più adatti allo scopo sono l’acciaio,
il titanio,
il carbonio e l’alluminio.
Qual è quello più adatto a una bicicletta elettrica?
L’acciaio è tenace,
elastico,
economico e duraturo.
I suoi punti deboli sono il peso e la sua tendenza all’ossidazione.
Il titanio è un materiale più leggero ed è robusto quasi come l’acciaio,
senza il problema della ruggine.
Il suo svantaggio è rappresentato dal costo elevato.
Il carbonio è molto leggero,
robusto ed elastico,
relativamente costoso.
Non si arrugginisce come l’acciaio ma risulta fragile all’impatto con corpi contundenti.
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L’alluminio è il materiale più diffuso per la produzione di telai per biciclette ed eBike,
grazie ai suoi bassi costi di produzione in serie.
Conferisce molta rigidità al telaio che risulta essere molto reattivo ma meno confortevole sulle asperità.
L’alluminio ha il pregio di non arrugginirsi e il grande difetto di “invecchiare”.
Per la sua natura chimica,
l’alluminio ogni volta che viene sollecitato subisce delle minime alterazioni al suo interno che sfociano in una inevitabile rottura.
Diversamente dai materiali citati in precedenza l’alluminio ha un tempo di utilizzo limitato che viene calcolato in base alla frequenza e all’entità delle sollecitazioni incamerate.
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Nelle biciclette elettriche con motore al mozzo,
oltre al peso aggiuntivo,
bisogna considerare anche un’altra forza distruttiva per il telaio:
la torsione dell’asse del motore in accelerazione.
Quando il motore si muove incontra la resistenza del terreno e l’asse motore tende a ruotare nel verso opposto.
Esso viene tenuto fermo dai bulloni di serraggio,
dalla sua forma squadrata e da rondelle anti-rotazione.
Se l’asse motore dovesse ruotare romperebbe i forcellini della forcella (motore anteriore) o del telaio (motore posteriore).
Il rischio sarebbe quello di perdere la ruota per strada cadendo rovinosamente senza preavviso.
La forza della torsione è proporzionale all’aumento della coppia del motore.
Per motori a norma di legge (con potenze fino a 250 Watt) inseriti in forcelle o telai di acciaio e titanio, il rischio rottura è molto basso perché i forcellini sono molto resistenti.
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Nel carbonio,
le zone su cui poggia l’asse motore in genere sono fatte di acciaio o alluminio.
Oppure il metallo ricopre il carbonio per dissipare la forza su di un’area maggiore.
L’alluminio, per quanto rigido e solido possa sembrare, offre protezione a lungo termine solo se è nuovo e se ha gli spessori sufficienti.
Una forcella in alluminio che non è progettata per accogliere un motore al mozzo ha i forcellini molto piccoli e sottili, i quali non sono sufficienti a garantire affidabilità nel lungo termine.
Per evitare che la rotazione dell’asse motore stressi forcella o telaio si può utilizzare un supporto metallico ancorato al telaio.
Esso è chiamato “Torque Arm”.
Se si acquista una eBike nata elettrica, il telaio dovrebbe essere progettato per sopportare il peso e le sollecitazioni aggiuntive.
Quando invece si acquista un kit per elettrificare una bicicletta tradizionale, oltre a valutare l’affidabilità e la potenza del suo impianto frenante dovete fare attenzione al telaio.
Se la bicicletta è stata usata, l’alluminio è sconsigliato in quanto potrebbe sembrare nuovo esteticamente ma essere invece vecchio internamente.
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I telai di carbonio delle biciclette muscolari sono pensati per essere performanti e super leggeri.
Non sono quindi adatti a sopportare la massa aggiuntiva di un kit elettrico.
L’affidabilità dell’acciaio e del titanio danno una garanzia maggiore a patto che non vi sia ruggine e non abbiano percorso migliaia di chilometri su terreni troppo accidentati.
Per essere sicuri che non vi siano crepe nei tubi o nelle saldature bisognerebbe fare un’analisi ai raggi X.
Attenzione ai telai in acciaio molto vecchi, potrebbero avere le tubazioni unite dalla colla e non saldate.
Con il passare del tempo la colla tende a seccarsi e a perdere il suo potere adesivo.
Il telaio potrebbe smontarsi letteralmente in prossimità delle giunzioni.
Le biciclette a pedalata assistita si possono attrezzare per il bikepacking e sono il mezzo ideale per il cicloturismo e i viaggi in montagna.
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Le luci
L’impianto di illuminazione di una bicicletta elettrica è in genere più potente rispetto a quello tradizionale di una bici muscolare, perché può attingere energia direttamente dalla batteria.
L’energia prelevata, seppur minima incide però sull’autonomia generale.
In presenza di un guasto alla batteria potremmo rimanere senza luci.
Per questi motivi sempre più aziende preferiscono affidare il funzionamento delle luci led alle dinamo nel mozzo, che non diminuiscono l’autonomia.
Con l’ausilio di condensatori rimangono accese anche quando si è fermi per diversi minuti.
In ogni caso, consiglio sempre di avere a portata di mano piccole luci di emergenza indipendenti.
L’intensità di illuminazione si misura in lumen (lm).
Si definisce come l’intensità luminosa equivalente ad “una candela alla distanza volumetrica di uno steradiante”.
Tralasciando la complessa definizione scientifica, per darvi un’idea dell’ordine di grandezza, i fari abbaglianti della vostra auto esprimono circa 1900 lumen.
Per una bicicletta elettrica da città che percorra zone dotate di illuminazione pubblica bastano anche 100 lumen per la luce anteriore.
Per vedere bene su percorsi completamente bui servono luci da 800 lumena salire.
Se il terreno è accidentato servono due sorgenti di luce:
una sul manubrio per avere distanza di visuale
e una sul casco per illuminare direzionalmente
le buche e comprenderne la profondità,
oltre che per far luce nella stessa direzione in cui guardiamo.

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